Quanti di noi non hanno mai ascoltato un podcast? I risultati ottenuti dalle diverse piattaforme di streaming audio forniscono una risposta chiara: pochi. Un settore in crescita, che come ogni altro punta a raggiungere un numero sempre maggiore di utenti e clienti. Voice Translation, l’ultima novità in casa Spotify, mira proprio a questo comune obiettivo, traducendo i contenuti audio dei podcast grazie all’intelligenza artificiale e la sintesi vocale.
Contesto: i podcast stanno vivendo un’espansione straordinaria. Questi episodi, spesso incentrati su argomenti specifici, storie coinvolgenti, approfondimenti e notizie di cronaca stanno guadagnando popolarità a un ritmo sorprendente.
La versatilità è una delle principali caratteristiche di questi contenuti. Possono coprire un’ampia gamma di argomenti, dai viaggi alla tecnologia, dalla salute al business, rendendoli fruibili da un pubblico sempre più vasto.
Inoltre, l’accessibilità e la portabilità delle piattaforme di ascolto dei podcast, come Spotify, Apple Podcasts e Google Podcasts (solo per citarne alcuni), consentono agli utenti di ascoltare episodi ovunque e in qualsiasi momento, adattandosi alle loro routine quotidiane.
Chi segue le nostre pubblicazioni sa bene quanto risulti di fondamentale importanza l’accesso linguistico da parte degli utenti, in qualsiasi ambito.
Abbattere le barriere linguistiche è l’obiettivo primario dei numerosi language service provider dislocati in tutto il mondo. E possiamo affermare, senza temere smentite, che una delle sfide del nostro tempo sia proprio quella di consentire una corretta comunicazione tra persone provenienti da realtà e linguo-culture differenti.
Ed è proprio l’accessibilità a essere l’elemento fondante di questo nuovo progetto targato Spotify.
L’intelligenza artificiale incontra i podcast
In questo contesto, si inseriscono anche i giganti della tecnologia, con i controversi servizi di traduzione automatica di cui abbiamo più volte parlato.
L’ultima notizia dal mondo delle big tech ha avuto origine dal tweet di Daniel Ek, CEO di Spotify, con il quale ha presentato il progetto Voice Translation al grande pubblico:
“Podcaster – e se ti dicessi che potresti offrire il tuo podcast a qualsiasi ascoltatore nel mondo, nella sua lingua, mantenendo comunque la tua voce? […] Si chiama Voice Translation e, utilizzando l’intelligenza artificiale, traduce gli episodi dei podcast in lingue alternative, il tutto con la voce del podcaster”.
Al momento, questa funzione è disponibile solamente per tre episodi di tre differenti podcast, ma le risposte sui social media non si sono certo fatte attendere. Tra chi vede in Voice Translation un’ulteriore passo avanti (o indietro) verso un futuro distopico e impersonale, e chi invece acclama a gran voce quest’ultima innovazione.

Una delle puntate disponibili su Spotify
Di certo, possiamo ricordare i pericoli della traduzione automatica non supervisionata ed esprimere il dubbio, condiviso da molti, sulla qualità del contenuto tradotto qualora il file originale utilizzasse un linguaggio fortemente informale e familiare, o al contrario, altamente specializzato.
Come riportato anche da Slator: “Un podcast in gergo e mirato agli esperti come SlatorPod, ad esempio, sarebbe una sfida per qualsiasi intelligenza artificiale, per non parlare di un’intelligenza artificiale standardizzata e non ottimizzata”.
Il disclaimer inserito all’inizio delle puntate di prova, nel quale viene esplicitato l’utilizzo dell’intelligenza artificiale per la traduzione e la sintesi vocale, forse, mira proprio a tutelare i fornitori del servizio dalle possibili implicazioni negative di questa nuova tecnologia.
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Foto di George Milton da Pexels