Un recente studio “Language barriers in the criminal justice system” nato dalla collaborazione tra l’Institute for Crime & Justice Policy Research, Victim Support e Centre for Justice Innovation, ha preso in esame le barriere linguistiche presenti nel sistema giuridico del Regno Unito.
Queste ultime causerebbero, nella peggiore delle ipotesi, fraintendimenti, incomprensioni e malintesi. Qualora questi dovessero sommarsi, e peggio ancora non fossero chiariti, il rischio di iniquità della giustizia aumenta vertiginosamente.
In uno Stato di diritto l’imparzialità e l’equità giuridica devono rappresentare la base del sistema legale. Tuttavia, la mancanza di assistenza linguistica può pregiudicare questi principi fondamentali.
Tutte le parti in causa devono quindi poter avere accesso a un’assistenza linguistica professionale. Assistenza che solamente un linguista esperto può garantire; sia che si tratti di interpretazione sia di traduzione legale.
Inoltre, è doveroso sottolineare come una corretta fruizione, nella propria lingua madre, dei documenti e delle sentenze emesse nel corso di un processo di pubblico interesse possa riguardare non solo le parti in causa, ma anche l’opinione pubblica.
Come, ad esempio, nel caso del processo di Coblenza.
Il lavoro svolto dal team di ricercatori ha preso in esame l’impatto che può avere su un individuo, con lingua madre diversa dall’inglese, il mancato accesso linguistico adeguato. Nello specifico ha analizzato l’attuale situazione del sistema legale del Regno Unito, approfondendo i temi legati alla giustizia e alla riabilitazione.
Barriere linguistiche nel Regno Unito: lo studio
La raccolta di informazioni e testimonianze si è concentrata sui professionisti del diritto, i volontari presenti in aula e in tutte le fasi interessate dal sistema giuridico, nonché gli stessi linguisti chiamati a fornire assistenza.
I primi dati che emergono dallo studio riguardano l’impossibilità di ricevere esiti e verdetti in lingua madre. Inoltre, è stata rilevata una presenza generalizzata di vincoli e barriere legate al supporto linguistico.
Lo studio mostra anche come la presenza di un interprete, secondo diverse figure intervistate, possa inficiare il corretto svolgimento delle dinamiche in aula. È infatti opinione diffusa che la presenza del linguista possa creare un giudizio negativo dell’imputato o del testimone.
Giudizio negativo che include anche sospetti inerenti alla possibilità che queste persone possano in qualche modo nascondere o distorcere la verità. A tutto questo, si aggiunge in alcuni casi un sentimento generale di irritazione legata ai possibili ritardi, ingiustamente attribuiti alla presenza del linguista.
Infine, lo studio evidenzia la tendenza ad affidarsi a linguisti inesperti e non professionisti, tra cui familiari, amici o membri del sistema giuridico con studi linguistici pregressi.
Ad oggi, come riportato anche dal celebre magazine linguistico Slator, il sistema di giustizia penale del Regno Unito prevede infatti la possibilità di avvalersi di volontari formati dal sistema stesso, nonché di amici e familiari per il supporto linguistico.
Lo studio ha però sollevato preoccupazioni in merito alle potenziali violazioni e all’inadeguatezza nella trasmissione di dati personali tramite un individuo sconosciuto. Al quale occorre aggiungere la possibilità di imprecisioni commesse dal linguista.
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