Vi ricordate la vicenda di cui abbiamo parlato nell’articolo Un musicista contro Apple, Davide ha battuto Golia? Ecco, com’era facile anticipare, nonostante la sentenza della Corte d’appello USA si fosse schierata in favore di Bertini, Apple ha presentato una petizione per la riesamina del caso.
Una controversia che aveva creato scalpore nell’intero mondo della proprietà intellettuale. Non solamente perché il caso prestava il fianco a numerosi colpi di scena e capovolgimenti di fronte, il fascino suggerito dal racconto biblico ha aiutato numerosi lettori a schierarsi dalla parte del più piccolo, ovvero il musicista Charlie Bertini.
Ma prima di analizzare l’ultimo capitolo di questa vicenda, è importante fare un breve riassunto di quanto successo finora, così da rendere più semplice la comprensione dell’intero caso.
Bertini – Apple in sintesi
Tutto ha inizio nel 2015, anno in cui Apple presenta la piattaforma di streaming Apple Music. Pochi mesi dopo, Charlie Bertini, musicista e organizzatore di concerti e festival, intenta causa per violazione del suo marchio Apple Jazz registrato nel 1985.
Sembrerebbe una controversia di facile risoluzione.
Sembrerebbe, poiché nel 2021 il Trademark Trial and Appeal Board, autorità USA in campo IP, si pronuncia a favore di Apple. A pesare sul piatto della bilancia è il marchio Apple Corps, registrato dai Beatles nel 1968 per la registrazione e diffusione di contenuti musicali, confluito in seguito nella Apple Inc.
Il 4 aprile 2022, però, la Corte d’appello chiamata a esprimersi sulla vicenda si è schierata in favore del musicista, ribaltando la prima sentenza. Il motivo del giudizio risiede nella incompatibilità tra il marchio registrato da Apple e i servizi legati alle esibizioni live.
Aggiungendo che “Il Consiglio ha commesso un errore legale consentendo ad Apple di rivendicare la priorità assoluta per tutti i servizi elencati nella sua domanda sulla base di una dimostrazione di priorità per un servizio elencato nella domanda. L’aggiunta di un marchio per un bene o servizio non garantisce la priorità per ogni altro bene o servizio nella domanda di marchio”.
Motivazione che ha aperto le porte per una nuova possibile svolta.
La richiesta Apple
Sul finire di maggio, Apple ha proposto la sua controffensiva, mirata prevalentemente a consentire la registrazione del marchio Apple Music per i servizi di streaming musicale.
In pratica, l’azienda statunitense richiede alla Corte d’appello di rimuovere dalla domanda di registrazione la voce “organizzazione, conduzione e presentazione di concerti e spettacoli musicali dal vivo” alfine di aggirare la sentenza in favore di Bertini.
I legali Apple ritengono che in questo modo l’azienda riuscirebbe a registrare correttamente il marchio, poiché non più in contrasto con Apple Jazz. Inoltre, si dicono positivi sull’accettazione dell’appello, dal momento che “richiede una risposta a una questione che stabilisce un precedente di eccezionale importanza“.
Questo potrebbe risolvere definitivamente la vicenda in favore di Apple, tenuto conto del fatto che il panel chiamato a giudicare la controversia aveva stabilito che all’azienda mancasse la priorità IP esclusivamente per una delle quindici categorie inserite nella richiesta. Una volta rimossa quest’ultima, la diatriba sarebbe quindi conclusa.
Inoltre, sempre secondo Apple, la sentenza così come è stata pronunciata agli inizi di aprile condurrebbe a spiacevoli conseguenze nel mondo della proprietà intellettuale. Incentivando i richiedenti a depositare domande univoche per ciascun servizio oggetto di tutela, causando un appesantimento dell’intero sistema IP.
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