Piccola premessa: nonostante l’argomento di oggi si allontani lievemente dalle tematiche trattate più di frequente all’interno del nostro blog, mantiene come vedremo un carattere di attinenza con le nostre specializzazioni. Il focus di oggi riguarda i brevetti green registrati nei settori dell’industria spesso considerati come i più impattanti a livello ambientale.
La notizia di cui parleremo è stata riportata di recente da IPWatchdog, editoriale di riferimento all’interno dell’industria della proprietà intellettuale, in un articolo a cura di Camila Conegundes.
La pubblicazione si basa però su uno studio pubblicato nel 2019 dall’Organizzazione mondiale per la proprietà intellettuale.
WIPO – World Intellectual Property Organization
Prima di parlare di quanto riportato all’interno dello studio, è doveroso fare una piccola premessa su questa organizzazione. Per tutti coloro che già ne avessero nozione, consigliamo di passare direttamente al paragrafo successivo.
L’organizzazione mondiale per la proprietà intellettuale, WIPO nella sua sigla inglese, è una delle agenzie multi-governative specializzate delle Nazioni Unite ed è nata nel 1967 allo scopo di incoraggiare l’attività creativa e promuovere la protezione della proprietà intellettuale nel mondo.
Ad oggi conta 193 stati membri e ha sede a Ginevra, in Svizzera.
La missione dell’organizzazione è di guidare lo sviluppo di un sistema IP internazionale equilibrato ed efficace, capace di consentire l’innovazione e la creatività a beneficio di tutti.
Brevetti green – lo studio
“Tradizionalmente, il settore minerario è considerato un lento innovatore rispetto ad altre industrie, come l’industria manifatturiera o farmaceutica. Tuttavia, già nella prima metà degli anni 2000 osserviamo un’impennata dell’attività di innovazione dell’industria mineraria”.
Con queste parole i ricercatori Alica Daly, Giulia Valacchi e Julio Raffo, introducono alla lettura dello studio “Measuring innovation in the mining industry with patents”.
I dati mostrano l’incremento nel numero di brevetti volti alla tutela dell’ambiente registrati nell’industria mineraria e metallurgica. Un incremento che è per molti una diretta conseguenza dei programmi di incentivazione e della crescita degli investimenti dedicati alla ricerca e sviluppo.
In questo senso, la WIPO ha progettato l’IPC Green Inventory, una metodologia nata per facilitare il reperimento di informazioni su brevetti relativi a tecnologie rispettose dell’ambiente elencate all’interno della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici.
Questo programma accelerato è accessibile a tutti i settori industriali.
Nello specifico, le domande di brevetto per il miglioramento delle condizioni ambientali nei due settori sopramenzionati rappresentano il 12,6% del totale negli anni dal 1990 al 2015.
In Brasile, ad esempio, il programma accelerato per le tecnologie eco-compatibili (“Green Patents”) è iniziato nel 2012 come programma pilota ed è diventato un servizio permanente nel 2016. Dal 2012 sono state depositate più di 1.100 richieste di partecipazione e il tasso di accettazione è di circa l’80%. Buona parte di esse rientrava nel campo di interesse dell’industria metallurgica.
Fortunatamente iniziative simili sono state avviate in tutto il mondo, nella speranza che questi numeri possano crescere ulteriormente nei prossimi anni.
Per maggiori informazioni e approfondimenti consigliamo la visione completa dello studio a questo indirizzo.
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