Nonostante questo sia un argomento a cui abbiamo fatto riferimento in diversi articoli, seppur superficialmente, comprendiamo la confusione che può venirsi a creare tra gli utenti meno coinvolti nel mondo della traduzione. In questo testo vedremo quindi cosa si intende per post-editing (PE), quando risulta vantaggioso nel processo traduttivo e in che modo si differenziano le due principali tipologie di lavoro: il light post-editing e il full post-editing.
Il Post-editing
Iniziamo dal principio. Il primo concetto sul quale risulta doveroso soffermarsi per un approfondimento è proprio il post-editing.
Questa tecnica si è affermata sempre più come modus operandi nel nostro settore, divenendo un servizio essenziale all’interno dell’offerta dei fornitori di servizi linguistici di tutto il mondo.
Volendo dare una definizione, il post-editing è il processo di elaborazione effettuato dal linguista (post-editor) su un testo precedentemente tradotto da strumenti di traduzione automatica.
Una sorta di revisione testuale, del tutto simile a quella svolta dal revisore su un testo tradotto dal traduttore umano.
Inoltre, le similitudini non riguardano esclusivamente il metodo di lavoro adottato dal linguista. Citando quanto riportato in un documento della Commissione europea “la differenza tra i due gruppi [traduzione con o senza l’ausilio della traduzione automatica] non è statisticamente significativa. La qualità è equiparabile se valutiamo la qualità solo in termini di errori di traduzione. Il post-editing è un po’ più veloce della traduzione umana, con un incremento di produttività dal 6 al 15%”.
Tuttavia, è ormai affermata la consapevolezza che questa tecnica di traduzione è maggiormente indicata per le tipologie testuali più tecniche e settoriali. Parliamo ad esempio di traduzione brevettuale, medica, tecnica e giuridica.
Si tende invece a sconsigliare l’uso del post-editing per i testi più creativi, come quelli letterari e pubblicitari.
Light e full post-editing: le differenze
Arriviamo ora al fulcro del nostro argomento: le differenze tra light e full post-editing.
La principale distinzione tra le due modalità di PE risiede nell’impegno richiesto al post-editor. Una elaborazione lieve, caratteristica del light post-editing, impegnerà il linguista per un minor tempo, tenuto conto del fatto che dovrà concentrarsi esclusivamente sulla rilevazione degli errori.
Nello specifico, l’esperto dovrà:
- Correggere gli errori che influenzano negativamente la comprensione del testo;
- Riscrivere le frasi prive di significato;
- Eliminare eventuali porzioni di testo extra;
- Verificare che il testo sia tradotto integralmente.
Il post-editing leggero è particolarmente indicato per testi diretti alla comunicazione interna aziendale, così come per tutti i testi il cui scopo è puramente informativo.
Il full post-editing, al contrario, impegnerà maggiormente il professionista. In questo caso il post-editor dovrà valutare tutti gli aspetti testuali, tra cui la terminologia specifica, la sintassi e lo stile.
L’obiettivo del post editing completo è quello di ottenere una traduzione ideale, all’interno della quale l’intervento della traduzione automatica non è riconoscibile in alcun modo.
La qualità del documento deve quindi essere massima.
In questo caso, il post-editor dovrà:
- Correggere tutti gli errori presenti nel testo;
- Verificare il corretto uso della terminologia specifica;
- Verificare la coerenza intra ed extra-testuale;
- Mantenere inalterate le caratteristiche testuali sopra menzionate;
- Verificare la formattazione del documento.
Alla luce di quanto detto finora, appare chiaro come siano le reali necessità del cliente a stabilire quale modalità di post-editing sia meglio utilizzare, alfine di ottimizzare il processo e ottenere i risultati desiderati.
Foto di cottonbro studio da Pexels
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