Breaking down language barriers with augmented reality | Google. Con questo video il colosso californiano ha presentato due settimane fa i suoi occhiali a realtà aumentata, capaci di fondere tecnologia e traduzione in un solo accessorio.
Nella descrizione si può leggere come questa innovazione nasca dalla volontà di abbattere le barriere linguistiche tra due o più parlanti, consentendo la piena fruizione e fluidità della comunicazione interlinguistica. “La realtà aumentata ci consente di dedicare più tempo a concentrarci su ciò che conta nel mondo reale, nella nostra vita reale. Può abbattere le barriere comunicative e aiutarci a capirci meglio”.
In che modo? L’idea è tutt’altro che banale, e come diversi utenti hanno scritto nella sezione commenti “sembra uscita da un film”. Già, perché questa nuova tecnologia consentirebbe, almeno sulla carta, di interloquire con persone parlanti lingue diverse dalla nostra accedendo in tempo reale alla traduzione del messaggio.
Basandosi sulla tecnologia di Google Translate, infatti, questi occhiali consentirebbero di visualizzare nella lente la traduzione (automatica) del messaggio orale pronunciato dal nostro interlocutore.
Inoltre, nel video è possibile vedere come questi occhiali permettano anche di visionare la “semplice” trascrizione di quanto detto, così da rappresentare un ottimo strumento di inclusività per le persone sorde.
Al momento, delle oltre 130 lingue presenti su Google Translate, sono in totale 32 quelle supportate dai nuovi occhiali. Tuttavia, sono molti i dubbi riguardanti la reale attuabilità di questo nuovo dispositivo.
Traduzione e tecnologia: un binomio non sempre perfetto
Chi di voi segue le nostre pubblicazioni avrà sicuramente notato come la tecnologia, specialmente negli ultimi anni, si sia interessata sempre più al settore della traduzione. Dal riconoscimento vocale all’eye tracking passando dai guanti SignAloud, le applicazione sono davvero infinite.
Tuttavia, non sempre queste idee riescono a vedere una realizzazione effettiva delle soluzioni proposte; e questo sembra essere il caso dei nuovi occhiali AR di Google. In molti, infatti, cercando di analizzare l’effettiva funzionalità ed efficacia di questa tecnologia nel mondo reale, hanno espresso i propri dubbi in merito.
La questione più importante riguarda proprio l’efficienza di Google Translate. Chi si occupa di traduzione, e chiunque abbia avuto la necessità di utilizzare la traduzione automatica di Google, sa bene che non sempre l’output proposto dalla macchina rispecchia la qualità attesa. Dalle frasi prive di senso alle parole fuori contesto: la traduzione automatica è ancora lontana dal replicare alla perfezione il linguaggio umano.
Se poi a questa difficoltà di processo si aggiungono le possibili complicazioni nella ricezione dell’input, il risultato non fa certo ben sperare. Per quanto avanzate, anche le tecnologie di riconoscimento vocale mostrano ancora delle imperfezioni, legate al possibile rumore ambientale, alla pronuncia dell’interlocutore e alla sua non sempre impeccabile interpretazione.
Per non parlare poi delle espressioni idiomatiche e delle connotazioni culturali intrinseche di ogni idioma. Espressioni che solamente un linguista esperto può tradurre e riportare pienamente in un’altra lingua.
Se gli occhiali Google promettono di rivoluzionare la comunicazione umana, solo il tempo ci dirà quanto e come questa promessa verrà mantenuta. Ad oggi, purtroppo, non è ancora stata annunciata la data di uscita ufficiale, prevista comunque in futuro non troppo lontano. A noi non resta quindi che aspettare!
Voi cosa ne pensate? Credete che questa nuova tecnologia possa essere utile nel mondo reale? Fatecelo sapere nella sezione commenti dei nostri canali social!