“L’AI Act europeo è una novità mondiale, un quadro giuridico unico per lo sviluppo dell’Intelligenza artificiale di cui ti puoi fidare”.
Ursula von der Leyen
Con queste parole, il 9 dicembre scorso, è stato reso pubblico l’esito positivo del negoziato tra Consiglio e Parlamento europeo, durato ben 36 ore. “Per la sicurezza e i diritti fondamentali delle persone e delle imprese. Un impegno che abbiamo assunto nei nostri programmi politici e che abbiamo mantenuto.”
Dell’AI Act, la prima legge sull’Intelligenza artificiale da parte di un importante organismo internazionale, avevamo già parlato a maggio 2023, sottolineandone l’importanza e il carattere innovativo.
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E sebbene il testo definitivo debba ancora passare al vaglio dei tecnici per l’approvazione definitiva (le stime suggeriscono una entrata in vigore entro i prossimi due anni), l’accordo del 9 dicembre pone un importante mattone affinché la normativa diventi realtà.
AI Act: cosa prevede?
Riprendendo il nostro testo precedente: “lo spirito dell’AI Act si caratterizza per un approccio umano-centrico, che vuole mantenere al centro della protezione normativa la tutela dell’integrità e dei diritti dell’individuo”.
L’obiettivo dichiarato della normativa è infatti quello di proteggere i principi democratici del vecchio continente, l’attuale Stato di diritto e la sostenibilità ambientale.
Nello specifico, l’attuale testo prevede divieti all’utilizzo del riconoscimento biometrico, maggiori restrizione per l’IA generativa e una generale maggiore salvaguardia dei diritti della persona.
Entrando maggiormente nello specifico, la nuova regolamentazione proibirà l’utilizzo delle tecnologie di riconoscimento facciale nelle aree accessibili al pubblico. Come riportato da Il Sole 24ore, infatti, la sua implementazione sarà consentita esclusivamente per evidenti minacce di attacchi terroristici, per la ricerca mirata di persone condannate o sospettate per crimini gravi o vittime di questi ultimi (ad esempio in caso di rapimenti e traffico di esseri umani).
Inoltre, come anticipato, anche l’ambito dell’Intelligenza artificiale generativa subirà delle modifiche sostanziali. Sotto le pressioni di aziende, istituzioni e associazioni europee, anche questi sistemi (tra cui Chat GPT) dovranno pubblicare la lista delle risorse utilizzate per l’apprendimento dei modelli e rendere obbligatoriamente riconoscibili i contenuti generati dall’Intelligenza artificiale. Traduzioni automatiche incluse.
Infine, saranno vietate tutte quelle pratiche lesive della privacy e di altri diritti della persona. Tra queste troviamo lo scraping di immagini, ovvero la raccolta di immagini facciali dal web o da telecamere a circuito chiuso per la creazione di database. No all’utilizzo dell’IA per il riconoscimento delle emozioni in ambienti di lavoro e istituzione educative, no a tecniche manipolative e maggiore tutela per gli individui più vulnerabili.
Conclusione
Per concludere, sebbene il regolamento non sia ancora definitivo e molto probabilmente subirà modifiche nel corso dei prossimi mesi, un altro importante passo per la regolamentazione dell’Intelligenza artificiale è stato fatto. Ricordando che l’innovazione tecnologica deve andare di pari passo con una solida cornice normativa, affinché il progresso sia etico, equo e rispettoso dei diritti fondamentali, per garantire un futuro in cui la tecnologia sarà al servizio del benessere e della dignità di tutti.
Per approfondimenti consigliamo di visitare il sito dedicato – EU Artificial Intelligence Act
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