Con questo titolo, forse volutamente provocatorio, Slator ha presentato lo scorso 7 luglio un articolo dedicato alle nuove linee guida diffuse dall’European Medicines Agency (EMA) per traduttori e medical writer.
Le nuove guidelines vertono sulla corretta informazione medica riportata, ad esempio, su etichette e imballaggi nei diversi paesi dell’Unione Europea. Le differenze culturali e linguistiche possono infatti rappresentare un ostacolo considerevole per i pazienti, che corrono il rischio di essere vittime inconsapevoli di fraintendimenti e interpretazioni errate.
I documenti medici, come più volte espresso all’interno dei nostri articoli, richiedono a seconda dei casi un misto di competenze traduttive e di medical writing. La corretta comunicazione è la base su cui ogni terapia deve fondare le proprie radici, alfine di garantire al paziente la piena consapevolezza dell’intero processo.
Ma non solo, a risentire dei possibili problemi di comprensione non sarebbero esclusivamente i pazienti. La ricerca medica, come svariati altri settori, ha raggiunto negli ultimi anni livelli di collaborazione internazionale mai così elevati.
Come menzionato nel nostro articolo “Il ruolo centrale della traduzione nella ricerca scientifica“: l’opinione diffusa secondo cui qualsiasi informazione di rilievo sarà sempre disponibile anche in lingua inglese non sempre riconosce il merito adeguato agli studi condotti in altre lingue. Infatti, queste ricerche apportano spesso dati ed evidenze uniche e preziose per la comunità internazionale. Le barriere linguistiche hanno gravi conseguenze per la medicina e le scienze, causando disuguaglianza per le comunità sottorappresentate e rendendo inaccessibili le conoscenze veicolate da queste lingue.
Uniformare, per quanto possibile, la comunicazione medica multilingue è essenziale per consentire la diffusione precisa e accurata delle informazioni, ed è proprio in quest’ottica che l’EMA ha stilato le linee guida per il 2022.
Nelle 22 pagine del documento vengono infatti trattati temi relativi alla terminologia specifica, all’uso dei tempi verbali e delle abbreviazioni.
Le indicazioni EMA per i traduttori
Le linee guida alternano indicazioni mirate a specifiche nazioni a suggerimenti di carattere generale.
Come, ad esempio, l’uso della forma attiva e del discorso diretto. I medical writer e i traduttori vengono invitati a seguire questa direttiva nelle istruzioni circa la durata e la conservazione del prodotto. Specificando inoltre la possibilità di allargare questa pratica anche alle tabelle inerenti al dosaggio dei farmaci, così da ridurre al minimo i vincoli di spazio.
O ancora, riferendosi esclusivamente ai traduttori, l’EMA consiglia una maggiore attenzione all’uso del condizionale in determinati sistemi linguistici. Il documento mostra nel dettaglio come in alcuni paesi UE la traduzione letterale del termine “should” possa portare a traduzioni fuorvianti. Per ovviare a questo problema è quindi consigliato utilizzare le forme che meglio si adattano al messaggio originale, con la possibilità di sostituire il contenuto inglese con il concetto legato a “must”.
Insomma, all’interno del documento sono presenti diverse istruzioni utili, che per ovvi motivi non elenchiamo per intero in questo nostro articolo. Tuttavia, alcune di queste possono risultare quantomai ovvie per gli addetti ai lavori.
Un esempio?
È il caso dell’indicazione presente nel titolo di questo nostro articolo. L’EMA raccomanda infatti di non tradurre il termine “drugs” con un qualsivoglia vocabolo riconducibile a sostanze stupefacenti, optando per la più corretta semantica di “farmaco”.
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