Riprendiamo il nostro viaggio alla scoperta delle lingue parlate nel mondo, o meglio, dei territori nei quali coesistono due o più sistemi linguistici. È il momento di salutare la Russia per dirigerci a sud, verso uno dei paesi più affascinanti e ricchi di spiritualità. È il secondo stato per numero di abitanti e settimo per superficie: oggi parliamo dell’India e delle sue lingue.
Il territorio indiano possiede una varietà culturale, etnica e linguistica da primato. Si dice infatti che se due estranei si incontrano in India, c’è solo il 37% di possibilità che parlino la stessa lingua.
Secondo Leonard Orban, commissario europeo responsabile per il Multilinguismo “L’esperienza dell’India in materia di diversità linguistica è unica al mondo e io ritengo che in questo ambito l’UE e l’India possano imparare l’una dall’altra”. Esperienza che nel 2009 ha condotto la Repubblica indiana a firmare, assieme all’Unione europea, una dichiarazione congiunta sul multilinguismo.
Con questa dichiarazione la Commissione europea e il governo indiano intendono rafforzare la cooperazione e il dialogo su questioni chiave, tra le quali la diversità linguistica e il dialogo interculturale, l’impatto delle lingue sull’occupabilità, la competitività delle imprese e la coesione sociale, l’apprendimento permanente delle lingue, le nuove tecnologie per l’apprendimento delle lingue nonché la terminologia specifica.
Le lingue dell’India
L’india è una Repubblica comprendente 28 stati e 8 territori. La Costituzione dell’India (scritta in hindi e inglese) sancisce l’utilizzo delle due lingue nelle quali è redatta come lingue ufficiali per il governo nazionale. Ciononostante, riconosce 22 idiomi che posso essere adottati dai vari stati in qualità di lingua ufficiale. Queste possono essere utilizzate per necessità amministrative, come uno strumento di comunicazione tra il governo nazionale e quello degli stati e per gli esami pubblici condotti per le selezioni degli impiegati del governo centrale.
Secondo il censimento del 2001, sul territorio indiano sono presenti almeno 29 lingue parlate come lingua madre, 122 lingue con almeno 10 000 parlanti e altre 234 lingue parlate da popolazioni più ristrette. Questi sistemi linguistici appartengono alle famiglie delle lingue indoeuropee e dravidiche. In una suddivisione percentuale dei parlanti in India si stima che il 72% parli una lingua indoeuropea, il 25% una lingua dravidica e il restante 3% un idioma appartenente alle lingue austroasiatiche, tibeto-birmane o lingue isolate.
L’hindi
L’hindi viene definito dalla Treccani come: “Vasta famiglia di dialetti neoindiani, che occupa più o meno il centro della pianura indogangetica. Si divide in un gruppo orientale e uno occidentale”. Comunemente, però, quando si parla di hindi si indica il dialetto khari boli, sulla base del quale si è formato l’hindi standard, dichiarato ufficialmente lingua nazionale il 14 settembre 1949.
È la quarta lingua più parlata al mondo per madrelingua e come molti altri idiomi indiani, deriva dal sanscrito.
L’hindi è largamente imparentato con l’urdu, che non solo ha la stessa origine, ma, nella sua versione standard, fa riferimento anch’esso allo stesso dialetto, il khari boli. La differenza più evidente riguarda la forma di scrittura, perché l’hindi fa uso della scrittura devanagari, mentre l’urdu usa una scrittura di origine araba.
…solo il 37% di possibilità, non c’è da stupirsi!
Stefano Gaffuri