Nella torrida città di Milano, più specificamente nel Museo dei Bambini di via Besana, si è svolto il XVI Forum Economico Italo-Tedesco, promosso dalla Camera di Commercio Italo-Tedesca – o Deutsche-Italienische Handelskammer , al quale hanno partecipato diverse figure di rilievo. Rappresentanti della Renania-Palatinato (Rheinland-Pfalz), persone di Milano e provincia, dell’Emilia, Roma e Bolzano. Tutti presenti per sviluppare networking e per una giornata di dibatti tanto interessanti quanto istruttivi.
Una giornata di grande apprendimento, il forum verteva su un tema di cui si deve discutere in un mondo che cambia, adesso più che mai. Dopo due anni di quarantena, o Lockdown, con una pandemia ancora in corso seguita da una guerra alle porte dell’Europa, i ruoli e l’importanza di ogni Stato e continente sono in processo di ridefinizione. Più che verso una “autonomia” come normalmente la si intende (una “sovranità” che si tramuta in una politica di protezionismo pericolosa, come ci insegna la storia e come indicato anche dalla presidente di AHK Italien, Monica Poggio), andiamo verso una nuova organizzazione mondiale. Per questo, è necessario ripensare concetti e strategie non più applicabili.
Nel Forum si è discusso di come approcciarsi a questo nuovo mondo, senza che l’Europa perda le sue caratteristiche e i suoi pregi.
L’Europa al XVI Forum Economico Italo-Tedesco
Si è parlato di Europa, e più specificamente del rapporto Italia-Germania. Attraverso lo studio di AHK Italien, in collaborazione con KPMG, presentato da Jörg Buch e Alessandro Manzo, i partecipanti hanno ricevuto informazioni volte a chiarire ciò che è ad oggi possibile percepire nella routine individuale e corporativa. La guerra, oltre agli embarghi alla Russia, oltre alla pandemia, ha provocato un incremento del 300% nei costi energetici. Essendo Italia e Germania grandemente dipendenti dalle importazioni dalla Russia, rispettivamente 73% e 63%, persone e imprese ne hanno risentito negli ultimi tempi. Con il valore delle bollette raddoppiato.
Nel panel, si è discusso di uno degli “errori” più commessi dagli Stati. Errore che ha portato Italia, Germania e tanti altri paesi alla situazione attuale: affidare tutto a un fornitore unico, “il fornitore al prezzo più basso”. L’Europa importa il 40% del gas naturale dalla Russia, al quale si aggiunge una bassa percentuale dedicata alle energie rinnovabili (soltanto il 20%). Questo pone le aziende nella condizione di aumentare i prezzi per far fronte al rincaro della produzione. Inoltre, la situazione attuale ha causato un incremento dei costi di trasporto marittimo del 700%, con un +200% nei tempi di consegna. Questo significa che anche la logistica ne risente, influenzando, nuovamente, individui e aziende.
Not in my backyard
Durante il panel, uno dei partecipanti ha sollevato un’altra questione, generalmente poco trattata. Oltre alla ricerca sfrenata del costo più basso, per molti anni l’Europa si è comportata secondo la filosofia del “not in my backyard”. Dall’estrazione di gas e petrolio alla produzione massiccia di beni di consumo, che viene spostata nei paesi dove la mano d’opera costa meno e dove non ci sono diritti garantiti, né tanto meno regole specifiche per proteggere persone e ambiente.
Tanti in Europa hanno compiuto questo errore, non curanti dell’impatto socioeconomico-ambientale che questo comportamento può causare. Nello studio sopracitato si evidenzia che il 92% delle imprese ha mantenuto il livello di produzione, malgrado guerra e pandemia. Tuttavia, ancora il 47% delle imprese – parliamo di quelle che hanno partecipato allo studio, italiane e tedesche – non ha accesso a fonti di energia rinnovabile. Sia nei paesi dove la produzione è delocalizzata, sia in quelli più ricchi, dove la mancanza di lavoro porta a un impoverimento generale delle persone. Dopo 30 anni, la povertà è tornata a crescere in Europa; in Germania 1 bambino su 5 vive in una famiglia sotto la soglia di povertà.
Sostenibilità e futuro
La sostenibilità, parte della tematica del forum e concetto di tendenza mondiale, è stata presentata in vari progetti in relazione all’ambiente e alla sfera sociale.
Da Nazzarena Franco, CEO DHL Express Italy, con il GoTrade, GoTeach e GoHelp, supportando la comunità attraverso il commercio, la formazione o l’assistenza. A Daniela Schmitt, Ministro dell’Economia, Trasporti, Agricoltura e Viticoltura della Renania-Palatinato, e la struttura creata intorno ai prodotti tipici come il Riesling, in un’ottica glocal. A Barbara Frenkel, membro del Consiglio di Amministrazione del Procurement di Porsche AG, attraverso progetti in atto per trasformare i motori a combustione in motori elettrici. Nel 2030, più del 80% della produzione sarà fully electric.
Argomento frequente, le politiche di ESG (Environmental, Social, Government) sono spesso strettamente collegate all’ambiente, non considerando però la scomparsa di tanti posti di lavoro negli anni avvenire. Come la Porsche, molte aziende dovranno considerare una riqualificazione della forza lavoro, necessaria per le nuove attività di alto livello derivanti dalle nuove applicazioni e i nuovi concetti in via di sviluppo.
In un mondo che cambia, solo chi sa adattarsi ai cambiamenti può sopravvivere. Anche per un traduttore, o un LSP come ASTW, aldilà della tecnologia che viene in ausilio, è necessario pensare a una rielaborazione dei ruoli individuali, professionali e formativi, al fine di poter approcciarsi, insieme alle aziende, a questo nuovo mondo. Come un ponte tra i differenti paesi e mercati, partecipare ad eventi come il forum economico Italo-Tedesco, fra dibattiti e presentazioni, dati, tendenze e nuove politiche, risulta più che istruttivo. Il cambiamento deve esserci, ma con consapevolezza e prudenza, malgrado l’orologio scorra velocemente. Un’affermazione più di altre è stata una costante: non dobbiamo solo sviluppare nuovi concetti e strategie, ma tenere a mente che, entro venti anni, dovremo pensarne di nuove. Rinnovarsi, adattandosi.
Perché il mondo cambia.