Un nuovo studio pubblicato recentemente da JAMA Network Open suggerisce che una limitata conoscenza della lingua inglese (Limited English proficiency, in seguito chiamata LEP) potrebbe ridurre la probabilità che questi individui segnalino tempestivamente i propri disturbi cardiovascolari. Alla base di questi risultati vi è verosimilmente la mancata diagnosi di queste malattie unita alla poca istruzione in merito, con la conseguente scarsa attenzione alla comparsa dei primi sintomi. Lo studio fa parte di un crescente corpo di ricerca che evidenzia l’importanza della qualità dell’accesso ai servizi linguistici in campo medico. Campo nel quale le barriere linguistiche possono avere conseguenze anche gravi sulla salute dei pazienti.
Secondo i ricercatori: “È importante sottolineare che la LEP, così come altre barriere linguistiche, è fondamentalmente dannosa per l’alfabetizzazione sanitaria. Spesso associata a cattive condizioni di salute, esiti avversi e comunicazione limitata tra il paziente e l’operatore sanitario”.
La ricerca include i dati di 583 partecipanti residenti negli Stati Uniti. I pazienti avevano in precedenza riportato sintomi associati a malattie cardiovascolari, in particolare l’Angina Pectoris, il cui sintomo principale è il dolore al torace. Questi individui sono stati selezionati sulla base della lingua parlata, includendo nel progetto sia madrelingua inglese sia persone che, vivendo in un paese anglofono, potessero scontrarsi con la presenza di barriere linguistiche.
I risultati dello studio
Gli individui anglofoni che segnalavano disagi legati a disturbi quali l’angina pectoris avevano molte più probabilità, rispetto agli individui non madrelingua, di constatare l’effettiva presenza di una malattia cardiovascolare.
In particolare, il 43% dei madrelingua inglese inclusi nello studio ha dichiarato di avere malattie cardiovascolari. Questa percentuale scende al 26% nei soggetti non madrelingua. Dato che è altamente improbabile che la lingua inglese sia collegata al rischio di malattie cardiovascolari, i ricercatori giungono a due conclusioni diverse. La prima è che le barriere linguistiche causino dei ritardi e delle incomprensioni nel corso delle diagnosi legate a queste patologie. La seconda ipotesi è che questi individui non siano adeguatamente istruiti, in una lingua a loro familiare, sulle proprie condizioni di salute.
“I nostri risultati suggeriscono che le disparità nelle condizioni di salute cardiovascolare siano associate alla presenza di barriere linguistiche. Abbiamo scoperto che in una coorte rappresentativa a livello nazionale, la mancata conoscenza della lingua inglese era associata a maggiori probabilità di non accertare la presenza di disturbi cardiovascolari tra gli individui con sintomi anginosi”, hanno concluso i ricercatori. “Questi risultati evidenziano l’importanza di una comunicazione efficace, screening e valutazioni diagnostiche sulle malattie cardiache in individui con e senza LEP”.
Questo e altri studi svolti in questi anni hanno evidenziato l’importanza della corretta comunicazione tra paziente e operatore sanitario e dell’informazione medica in generale.
Per garantire un accesso di qualità ai servizi sanitari occorre affidarsi a linguisti esperti, capaci di tradurre e veicolare le informazioni presenti nelle varie disposizioni mediche. ASTW offre un servizio di traduzione medica e farmaceutica di qualità certificata.
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Stefano Gaffuri
Fonti: Multilingual, JAMA Network