La traduzione brevettuale è uno dei settori della traduzione che più di altri impone al linguista la massima attenzione e precisione. È la natura stessa del brevetto (un mix di terminologia tecnica e legale) a richiederle. Ma la traduzione, anche quella brevettuale, così come ogni altro fatto umano è prona a potenziali errori. Ma quali potrebbero essere le conseguenze degli errori nella traduzione dei brevetti e cosa si può fare per evitarli?
Citando le parole di Dmitry Yakovlev, avvocato specializzato in brevetti alla Gorodissky & Partners di San Pietroburgo, riportate anche dalla Law Division dell’ATA (American Translators Association): “[…] nell’attuale era digitale, le traduzioni continuano a essere un campo di intensa azione di intelligenza e, letteralmente, un’arte per esseri umani. Ciò è particolarmente vero per le traduzioni di brevetti, dove l’accuratezza è un must e dove l’ambito della protezione brevettuale può essere influenzato da una lettera o una virgola sfortunatamente fuori posto”.
Affermazione che trova ulteriore conferma nel nostro articolo di alcune settimane fa Le virgole mancanti e la revoca del brevetto. Nel testo presentavamo la decisione della Commissione di ricorso dell’EPO relativa al brevetto EP2621341B1. Decisione che ha condotto alla revoca del brevetto proprio a causa di due virgole mancanti all’interno delle rivendicazioni dello stesso.
Gli errori più comuni nella traduzione dei brevetti
Volendo effettuare una semplificazione generale di quelli che sono gli errori più comuni possiamo definire due macrocategorie: gli errori formali e gli errori semantici.
La prima categoria include gli errori spesso considerati, pur essendo inesattezze a tutti gli effetti, più lievi e facilmente rilevabili. Sono anche gli errori più comuni e riguardano principalmente la sfera tipografica del testo.
Qualora il traduttore non dovesse accorgersene in fase di controllo del proprio lavoro, queste imprecisioni potranno facilmente essere rilevate in fase di revisione, dove il professionista incaricato del compito potrà modificarle.
Come anticipato questi errori sono sovente considerati più lievi, soprattutto per la relativa facilità con cui possono essere evitati. Non sono tuttavia da sottovalutare, in quanto il loro impatto sull’iter brevettuale può anche essere disastroso, come nel caso dell’articolo sopracitato.
La seconda categoria si distingue dalla prima per la natura stessa dell’inesattezza: gli errori semantici riguardano per l’appunto la sfera del significato.
Partendo dal presupposto che queste mistranslation siano frutto di una scorretta interpretazione delle sfumature semantiche di un dato termine o concetto, e quindi altrove considerabili un errore di poco conto, possono nondimeno risultare più insidiose.
Questo perché, all’interno del testo, una piccola imprecisione inerente al significato di un termine non solo verrà riportata a ogni occorrenza nel documento (coerenza terminologica) ma sarà anche più difficile da rilevare perché, appunto, erroneamente non considerata come un’inesattezza vera e propria.
Tuttavia, un revisore preparato avrà certamente la capacità di intervenire neutralizzando le possibili conseguenze.
Le conseguenze di questi errori
Vediamo adesso quali possono essere le conseguenze degli errori nella traduzione dei brevetti per i titolari o richiedenti dello stesso.
Anzitutto, occorre iniziare il nostro elenco citando lo scenario peggiore, ovvero l’esito negativo della richiesta di brevetto, che renderà quindi inutile l’intero processo ed esporrà la nostra invenzione a un possibile utilizzo, o addirittura l’avvio di una procedura di contraffazione, da parte di un concorrente.
Alle medesime conseguenze, seppur traslate nell’arco temporale, porterà la revoca di un brevetto precedentemente concesso a seguito di contenzioso fondato su errori di traduzione.
Un ulteriore scenario possibile riguarda la mancata protezione nell’ambito previsto dal brevetto originale, che potrebbe rendere il brevetto privo di valore in alcune nazioni (quelle delle lingue target nel processo di traduzione).
Volendo fornire alcuni esempi reali di conseguenze nefaste causate da errori nella traduzione dei brevetti, citiamo nuovamente quanto detto dall’avvocato Dmitry Yakovlev.
In un dato brevetto russo, concesso a un’azienda X, l’espressione (N.d.A. riportiamo la traduzione per agevolare la lettura del testo) “diametro mediano delle particelle” è stata resa dal traduttore con “diametro medio delle particelle”.
La concessione del brevetto è stata in seguito contestata da un competitor per “mancanza di novità e attività inventiva”. L’opposizione è stata accettata dall’Ufficio Brevetti russo poiché la domanda è stata rivalutata tenendo in considerazione la dimensione media, non mediana, delle particelle.
Il brevetto è stato quindi invalidato.
Le possibili precauzioni
Nel paragrafo relativo agli errori comuni abbiamo a più riprese citato la figura del revisore. Questo perché, come espressamente richiesto dallo standard ISO 17100:2015 per i servizi di traduzione, un fornitore di servizi linguistici di qualità deve prevedere l’intervento di questa figura professionale all’interno del proprio workflow.
Spesso però, nel tentativo di risparmiare sui costi destinati alla traduzione del brevetto, i titolari o richiedenti dello stesso si rivolgono ad agenzie non specializzate. O, peggio ancora, a persone che non svolgono l’attività di traduttore in qualità di professionisti del settore.
Sebbene sia giusto avere un occhio ai costi, adottare il contenimento economico come unico criterio può esporre a potenziali rischi e ingenti perdite economiche.
Affidarsi a fornitore di servizi linguistici specializzato nel settore proprietà intellettuale, supportato da linguisti specializzati in testi brevettuali, permetterà di ridurre il rischio di errori e le relative conseguenze economiche.
Foto da Pexel
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