L’intelligenza artificiale non ucciderà l’intelligenza umana. È questo il breve estratto, riportato da più fonti, dell’intervista fatta da Adele Sarno a Luciano Floridi, filosofo e docente di Yale e dell’Alma Mater di Bologna, pubblicata nei giorni scorsi da HuffPost.
Come riportato nella voce a lui dedicata dell’enciclopedia Treccani, Luciano Floridi è “[…] tra le voci più autorevoli della filosofia contemporanea. Dal 2013 è professore ordinario di Filosofia ed etica dell’informazione presso l’Oxford Internet Institute della Oxford University, dove dal 2017 dirige il Digital Ethics Lab […]”. Attualmente, è direttore e fondatore del Digital Ethics Center di Yale, un centro dedicato allo studio dell’impatto che le nuove tecnologie avranno sugli esseri umani negli anni a venire.
Chiamato a condividere la propria visione dell’interazione tra l’intelligenza artificiale e quella naturale, Floridi ha ripreso il filo conduttore della sua ultima pubblicazione: Etica dell’intelligenza artificiale – Sviluppi, opportunità, sfide. Raffaello Cortina Editore. 02/2022.
Filo conduttore che può benissimo essere riassunto con la metafora utilizzata dallo stesso professore, e cioè che l’intelligenza artificiale non sostituirà quella umana, così come la pizza surgelata non ha preso il posto di quella gourmet.
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Un paragone chiaro e conciso, che però è stato ritenuto da molti troppo semplicistico.
Intelligenza artificiale e intelligenza umana
Come chiarito dallo stesso Floridi in un post LinkedIn: “[la metafora, N.d.A] Fa riferimento a una narrativa errata per cui, nella storia della tecnologia, il nuovo rimpiazza sempre e del tutto il vecchio (esempio: automobile – carrozze) quando invece spesso il nuovo è complementare e si aggiunge al vecchio (esempio: rasoio elettrico – rasoio a mano, oppure motocicletta – bicicletta). Se si paragonano (ed è già un errore irreparabile, ma ammettiamo questa ipotesi per esercizio logico) intelligenza artificiale e naturale (neppure umana, basta un cane), almeno si deve concedere che si tratta di complementarità e non di sostituzione. Ergo: due tipi di pizza”.
Adesso, tralasciando metafore e paragoni, cosa rimane chiaramente del pensiero del professore è il primato delle intelligenze naturali su quelle artificiali.
Anzitutto, il fatto che l’IA abbia ad oggi raggiunto vette prima impensabili, non significa che in futuro riuscirà a continuare questa scalata. E se anche fosse, le due intelligenze sono per Floridi imparagonabili e nettamente distinguibili l’una dall’altra.
In sintesi, l’intelligenza artificiale non ucciderà l’intelligenza umana.
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Foto di Pavel Danilyuk da Pexels