È innegabile, la sintesi vocale, esattamente come la altre novità tecnologiche sorrette dall’intelligenza artificiale, ha un enorme potenziale. Dal campo medico ai social network, dalla politica ai podcast, i benefici di questo trovato dell’innovazione possono aiutare a semplificare la vita di molti. Ma così come ogni medaglia ha due facce, anche la sintesi vocale può nascondere pericoli inattesi.
Iniziamo ponendo le giuste fondamenta di questo nostro testo. La sintesi vocale è una tecnica utilizzata per la riproduzione artificiale della voce umana. In pratica, servendosi di questi sistemi è possibile riprodurre la nostra voce (o qualsiasi altra si voglia) in maniera del tutto identica all’originale, difetti di pronuncia compresi, per veicolare oralmente messaggi precedentemente forniti come input.
Ne abbiamo parlato nell’articolo relativo alla nuova funzione made in Spotify, grazie alla quale i podcaster di tutto il mondo potranno tradurre automaticamente la propria voce e il proprio contenuto audio in più lingue.
Uno strumento molto utile, in grado di far esprimere chiunque nella lingua desiderata, pur non conoscendo la benché minima nozione grammaticale e regola sintattica. In pratica, il multilinguismo a portata di click.
Ma quindi, quali possono essere i pericoli della sintesi vocale?
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Sintesi vocale, tra vantaggi e pericoli nascosti
Nei mesi scorsi aveva fatto scalpore un video raffigurante il Vicepresidente del Consiglio e ministro delle infrastrutture Matteo Salvini, intento a presentare in un francese esemplare il raduno della Lega a Pontida.
Nel contenuto (visionabile su YouTube seguendo questo link), è possibile distinguere nettamente tutte le caratteristiche tipiche della parlata del ministro, dal timbro al consueto mordente. Non c’è alcun dubbio, è la sua voce.
L’arcano è stato immediatamente svelato: è un prodotto dell’intelligenza artificiale.
Rimanendo in ambito politico, è della metà di ottobre la notizia riguardante il sindaco di New York Eric Leroy Adams e le sue telefonate preregistrate in diverse lingue straniere. Tra cui il mandarino e lo yiddish.
Questa notizia ha immediatamente scatenato un dibattito intorno all’utilizzo della sintesi vocale, specialmente se si tratta di persone influenti come rappresentanti politici e autorità nazionali.
Tralasciando per un momento tutto ciò che concerne l’etica, ovvero l’effettiva legittimità di far credere alla popolazione di potersi esprimere in idiomi non nativi, in molti hanno sottolineato i possibili effetti collaterali di questa tecnologia.
Un esempio calzante riguarda l’utilizzo dei sistemi di intelligenza artificiale per “far dire a un politico” frasi e concetti mai espressi, labiale incluso. Ovviamente, non sarebbe la persona fisica a pronunciare le parole, ma in mondo sempre più connesso ai social network, un contenuto distorto potrebbe causare conseguenze gravissime qualora fosse attribuito a leader nazionali e internazionali.
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Foto di samer daboul da Pexels