Il dibattito sulla paternità del primo brevetto, inteso come tutela della proprietà intellettuale di un’innovazione, è ancora acceso. Le fazioni, in estrema sintesi, si dividono tra chi ritiene che la base del primo brevetto debba necessariamente essere giuridica e chi, invece, sostiene che la sua nascita possa coincidere con le prime fondamenta teoriche (benché rudimentali) della tutela dell’invenzione.
V secolo a.C.
Situata nell’attuale Calabria, Sibari, nel V secolo a.C. era una delle più importanti città sul mar Ionio della Magna Grecia.
È qui che, basandoci sui ritrovamenti archeologici ad oggi disponibili, nasce il diritto allo sfruttamento esclusivo di un’invenzione. Nello specifico una particolare ricetta culinaria. Il reperto archeologico in questione è un’iscrizione, risalente appunto al V secolo a.C. nella quale si legge: “viene offerto un incoraggiamento a tutti coloro che realizzano un qualsiasi miglioramento al benessere, i relativi guadagni essendo assicurati all’inventore per un anno”. Fonte: UIBM.
E ancora, in scritti attribuiti allo storico ateniese Filarco: “ I Sibariti stabilirono per legge che se un cuoco o un addetto alla cucina avesse inventato una ricetta originale ed elaborata, nessun altro a parte l’inventore potesse trarne profitto prima del termine di un anno e che durante questo periodo egli solo avesse l’esclusiva della riproduzione, affinchè gli altri, dandosi da fare essi stessi, eccellessero con simili invenzioni”.
1421, il Brunelleschi
La prossima tappa del nostro percorso nella storia del primo brevetto ci porta a Firenze, durante la costruzione della Cattedrale di Santa Maria del Fiore. Il Brunelleschi, per velocizzare le tempistiche e abbassare i costi di trasporto dei blocchi di marmo da Carrara a Firenze, ideò il badalone, una chiatta per il trasporto fluviale di oggetti pesanti alimentata a energia eolica. Il genio fiorentino ricevette il brevetto per la durata di tre anni per la produzione e utilizzo della sua idea.
1331 – 1449, Inghilterra
Il primo atto inglese mirato alla salvaguardia dell’innovazione è datato 1331. Questa istanza permetteva il monopolio produttivo a John Kempe e alla sua impresa per la realizzazioni di materiali tessili in Inghilterra.
Mentre, per il primo brevetto inteso con la concezione attuale occorre attendere il 1449. In quell’anno il re Enrico IV d’Inghilterra concesse una licenza ventennale a Giovanni di Utynam, per la realizzazione di vetri colorati.
1474, Venezia
Nel 1474 il Senato della Repubblica veneziana emanò la prima legislazione sui brevetti (Statuto dei brevetti) a tutela di innovazioni e tecnologie che da tutto il mondo approdavano nei porti all’interno dei suoi confini.
«L’andarà parte che per auctorità de questo Conseio, chadaun che farà in questa Cità algun nuovo et ingegnoso artificio, non facto per avanti nel dominio nostro, reducto chel sarà a perfection, siche el se possi usar, et exercitar, sia tegnudo darlo in nota al officio di nostri provveditori de Comun. Siando prohibito a chadaun altro in alguna terra e luogo nostro, far algun altro artificio, ad immagine et similitudine di quello, senza consentimento et licentia del auctor, fino ad anni 9.»
1624, Inghilterra
Infine, anche in Inghilterra vennero emanate leggi per la tutela della proprietà intellettuale. Nel 1624 venne pubblicato lo Statuto dei Monopoli. I brevetti erano concessi, dal re Giacomo I d’Inghilterra, per i progetti di nuova invenzione per un periodo di quattordici anni. La tutela dell’invenzione proibiva la distribuzione e importazione di un dato prodotto, monopolizzando il commercio in favore dell’inventore.
Insomma, evitando di schierarci con questa o quella corrente di pensiero, è chiaro che l’idea di proteggere l’inventiva umana dall’appropriazione indebita altrui ha accompagnato l’uomo nel corso dei secoli. Se l’ingegno umano è vecchio come il mondo, lo è anche la necessità di tutelarne la proprietà intellettuale. ASTW IP è orgogliosa di ereditare questa responsabilità, proteggendo i propri clienti guidandoli nelle varie fasi per la registrazione del brevetto.
Stefano Gaffuri