In che modo posso internazionalizzare la mia azienda? Come raggiungere gli utenti dall’altra parte del mondo? E soprattutto, in quali lingue veicolo i miei contenuti? Uno studio si propone di rispondere a questi e altri quesiti, indagando su quali saranno le lingue parlate dall’e-commerce nei prossimi anni.
La vendita di prodotti e servizi online ha conosciuto una crescita vertiginosa, incentivando sempre più realtà ad approfondirne le dinamiche. Poter raggiungere utenti di tutto il mondo grazie a una vetrina virtuale può diventare la chiave di volta per il successo di moltissime imprese, ma è un mondo ancora poco esplorato, nel quale muovere i primi passi risulta spesso difficile.
Recentemente, il centro di ricerca linguistica Imminent ha selezionato cinque progetti da finanziare con un totale di 100.000 euro, 20.000 ciascuno. Tra questi, figura l’Economic Complexity Research Group, condotto dal professor Luciano Pietronero dell’Università Sapienza di Roma e presidente del Centro Ricerche Enrico Fermi, Andrea Zaccaria, ricercatore dell’Istituto per i Sistemi Complessi, e Giordano de Marzo, dottorando in fisica.
All’interno della presentazione del progetto, di cui parleremo nel prossimo paragrafo, viene citato il già noto T-Index, l’indice in grado di valutare quali siano i paesi migliori per espandere la propria attività e le rispettive lingue da utilizzare per ampliare la clientela internazionale.
Ne avevamo parlato in questo nostro articolo, T-Index: quali lingue parlerà il mercato? Uno studio fino al 2025, che consigliamo a chiunque voglia approfondire la questione.
Ma in ogni caso, ecco un breve riassunto delle informazioni chiave.
T-Index: le lingue del mercato
“Il T-Index nasce con l’obiettivo di guidare i nostri clienti nel contesto di un progetto di internazionalizzazione: su quali Paesi puntare e in quali lingue tradurre i propri contenuti per espandere il proprio business online e ottenere il miglior ROI”, con queste parole Marco Trombetti, CEO di Translated, presenta l’indice per le migliori lingue dell’e-commerce.
Lo strumento classifica sulla base del potenziale per le vendite online centinaia di Paesi. Prende in esame per ciascuno di questi le lingue parlate e la rispettiva quota di mercato, combinando il numero di utenti con la stima della loro spesa pro capite.
Come riportato anche da Luca De Biase, direttore di Imminent, se nel 2018 erano sufficienti 2 lingue (inglese e giapponese) per raggiungere il 50% degli utenti online, nel 2021 queste salivano a 4 (inglese, spagnolo, tedesco e francese). E questo numero è destinato ad aumentare nel prossimo futuro, rispettando una delle regole più importanti nelle vendite online: comunicare nella lingua del cliente.
Il nuovo studio sulle lingue dell’e-commerce
La ricerca finanziata da Imminent è ancora in fase di sviluppo, ma le premesse sono davvero delle migliori.
A partire dalla presentazione riportata proprio dal centro di ricerca: “Capire quali paesi e lingue dominano le vendite online è una questione chiave per qualsiasi azienda che desideri tradurre il proprio sito web. L’obiettivo di questo progetto di ricerca è integrare il T-Index sviluppando nuovi strumenti in grado di identificare mercati e opportunità emergenti, prevedendo così quali lingue diventeranno più rilevanti in futuro per un prodotto specifico in un paese specifico. Come primo passo, faremo affidamento sull’algoritmo Economic Fitness and Complexity per determinare quali paesi subiranno una maggiore espansione economica nei prossimi anni. Sfrutteremo quindi la scienza delle reti e le tecniche di apprendimento automatico per prevedere i prodotti e i servizi che le economie in crescita inizieranno a importare”.
Non resta che attendere gli esiti di questa nuova ricerca, così da avere una visione ancora più approfondita di quali saranno le migliori lingue per l’e-commerce del futuro.
Foto di PhotoMIX Company