Multilingual, il celebre magazine per i servizi linguistici, ha recentemente pubblicato un report sulle condizioni attuali dei freelance operanti nel settore linguistico.
Abbiamo parlato di questo e altri magazine di settore in questo articolo:Blog sulla traduzione 2022: le migliori fonti di informazione
I dati provengono da un sondaggio promosso da Milestone Localization, fornitore di servizi linguistici con sede in India, e ha visto la partecipazione di più di 800 freelance operanti in tutto il mondo.
Sebbene report di questo tipo rappresentino un’ottima fonte di informazione sulle condizioni dei freelance nel settore linguistico di tutto il mondo, mancano spesso di pragmaticità ampliando eccessivamente lo spettro di indagine.
Nello specifico, al sondaggio in questione hanno partecipato professionisti di Stati Uniti e Canda (3%), Sud America (9%), Unione Europea (18%), Europa orientale (7%), Africa (7%), Medio Oriente (7%) e Asia (49%).
Questa inclusione di professionisti da ogni angolo del globo, nonostante abbia il vantaggio di fotografare la situazione mondiale del settore, rischia di peccare di eccessiva universalità, includendo all’interno di un solo rapporto realtà troppo eterogenee (per condizioni professionali, mercato e altri fattori).
Per questo motivo, con lo scopo di ottenere un’istantanea delle condizioni dei freelance in Italia, abbiamo ideato un sondaggio ad hoc, al quale è ancora possibile prendere parte. Lo trovate a questo indirizzo.
I risultati del report sul lavoro dei freelance
In attesa degli ultimi partecipanti al nostro sondaggio, e i relativi risultati, può comunque essere interessante valutare i dati forniti da Milestone.
Com’è tipico per questo genere di indagini, ai partecipanti sono state chieste informazioni relative al profilo lavorativo, alle abitudini professionali, conoscenze e competenze, reddito, clienti e cosa ne pensassero dell’Intelligenza Artificiale.
I partecipanti possedevano in prevalenza un diploma di laurea (43% triennale e 42% magistrale) ed erano per la quasi totalità traduttori freelance (98%). La restante parte lavorava negli ambiti della sottotitolazione, della trascrizione e dell’interpretazione.
I risultati mostrano che più della metà (circa il 54%) degli intervistati si dichiara soddisfatto del proprio reddito, il 30% ha espresso un parere neutrale e solo il 16% si è detto non soddisfatto. In questo caso, ad esempio, occorrerebbe svolgere un’analisi più approfondita dei paesi in cui i partecipanti operano. Così da confrontare il dato con fattori quali il reddito medio e PIL pro capite.
Seguendo con i risultati, un altro dato rilevante mostra come il 40% abbia dichiarato che i due terzi del proprio reddito dipenda da clienti abituali, sottolineando inoltre come questa condizione permetta di avere entrate pressoché costanti.
Infine, il 74% dei partecipanti che ha affermato di aver implementato strumenti di IA e machine translation nel proprio processo lavorativo, ha riscontrato un aumento in termini di produttività ed efficienza. Ciononostante, il 58% del totale teme che questi sistemi di intelligenza artificiale possano rappresentare una minaccia per la propria professione.
E tu, ti senti rappresentato da questi dati? Di’ la tua compilando il nostro questionario!
Foto di Anna Nekrashevich da Pexels