Germania, Francia e Italia. Monaco di Baviera, Parigi e Milano, saranno queste le città che dal 1° giugno 2023 ospiteranno le tre sedi del Tribunale Unificato dei Brevetti (TUB), la corte internazionale con giurisdizione esclusiva sul nuovo brevetto unitario europeo.
Una notizia preceduta da anni di preparativi, dibattiti e cambi di rotta. Ne avevamo parlato già nel settembre del 2020, in occasione della prima candidatura italiana per la terza sede del TUB.
Prima Londra, poi Milano
Riprendendo parzialmente quanto detto nel testo sopracitato – Sarà Milano la candidata italiana per la sede del TUB – le sedi inizialmente previste dovevano essere in Germania e Francia, com’è attualmente, e Inghilterra.
La motivazione alla base di questa iniziale disposizione nasceva dal primato di queste tre nazioni per il maggior numero di brevetti europei registrati nell’anno precedente all’accordo (ovvero il 2012).
Tuttavia, a seguito dell’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea e il successivo abbandono dell’accordo sul brevetto unitario, il comitato preparatorio del Tribunale Unificato dei Brevetti ha dunque scelto la città di Milano come terza e ultima sede.
Decisione supportata dai dati, dal momento che nella classifica relativa ai brevetti registrati l’Italia figurava al quarto posto, subito dopo il Regno Unito. Inoltre, come riportato a suo tempo da diverse testate giornalistiche nazionali, l’assegnazione a Milano del TUB avrebbe potuto in qualche modo risarcire l’Italia della decisione, da molti considerata controversa, di affidare ad Amsterdam il compito di ospitare l’Agenzia Europea dei Farmaci.
Il brevetto unitario
Per meglio definire le caratteristiche del nuovo brevetto unitario, che entrerà ufficialmente in vigore con l’ultima sede del Tribunale Unificato dei Brevetti, faremo un sunto delle informazioni pubblicate dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy e dall’European Patent Office (EPO).
Il brevetto europeo con effetto unitario (nella sua forma breve “brevetto unitario”) sarà rilasciato dall’Ufficio Europeo dei brevetti (EPO) e consentirà, attraverso il pagamento di un’unica tassa di rinnovo direttamente all’EPO, di ottenere contemporaneamente la protezione brevettuale nei 25 paesi UE aderenti all’iniziativa.
Tuttavia, nonostante l’adesione di questi Stati al regime del brevetto unitario, la sua valenza non coprirà da subito l’intero territorio dei 25 Paesi, poiché alcuni di essi non hanno ancora ratificato l’accordo relativo al TUB. È dunque prevista la realizzazione di diverse generazioni di brevetti unitari con una diversa copertura territoriale, che resterà invariabile per tutta la durata del brevetto (massimo 20 anni).
Ad oggi, risulterebbe quindi valido in 17 Paesi UE, ovvero Austria, Belgio, Bulgaria, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Italia, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Olanda, Portogallo, Slovenia e Svezia.
Questa nuova tipologia di brevetto non si sostituirà ai titoli giuridici attualmente in uso, ma semplicemente si affiancherà alla tutela brevettuale oggi esistente a livello nazionale (in Italia presso l’UIBM) e a livello europeo (presso l’EPO).
L’obiettivo principale del brevetto unitario è quello di eliminare la necessità di procedure di convalida nazionali considerate “complesse e costose”, semplificando il processo di copertura internazionale del brevetto europeo.
La sede italiana
Sarà dunque Milano la terza sede del Tribunale Unificato dei Brevetti.
Dall’entrata in vigore del sistema unitario, alla sede italiana spetterà quindi il compito di gestire le controversie legate a brevetti provenienti dai seguenti settori:
- scienza medica-veterinaria;
- igiene;
- prodotti farmaceutici privi di certificati protettivi supplementari (Spc);
- biotech (non farmaceutico);
- agricoltura;
- food e tabacco;
- articoli personali e domestici;
- sport;
- intrattenimento.
Come riportato dal Sole 24 Ore, tuttavia, non sono mancati i contrasti tra le nazioni coinvolte.
Nel mese di febbraio, infatti, una proposta congiunta di Francia e Germania proponeva di trasferire la terza in Italia, senza però affidarle tutte le competenze inizialmente spettanti a Londra.
Nello specifico, si proponeva di affidare a Monaco di Baviera i settori della chimica e metallurgia, e a Parigi i prodotti farmaceutici provvisti di Spc. Le informazioni disponibili ad oggi portano a credere che questa proposta rappresenti quella che sarà la realtà del TUB di Milano.
Foto di Gianluca da Pexels
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