C’è poco da ridere quando si parla di errori di traduzione, che come abbiamo più volte sottolineato possono causare conseguenze nefaste per aziende e clienti. Basti pensare al settore medico, o anche a quello legale, in cui la delicatezza delle comunicazioni va di pari passo con l’attenzione richiesta al traduttore al fine di scongiurare implicazioni critiche e potenzialmente disastrose. Ogni tanto, però, possiamo cedere alla tentazione di un sorriso, diretta conseguenza della lettura di queste sviste tanto apprezzate dagli utenti social. Facciamoci allora una risata grazie agli errori di traduzione più divertenti (e di minor gravità).
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Dal menu di ristoranti e trattorie alle insegne di attività commerciali, passando per gli slogan e i messaggi pubblicitari. I casi esilaranti non mancano di certo.
Voglia di risparmio? Presunzione? Ingenuità? O forse eccessiva fiducia nella traduzione automatica? Difficile dire quali siano le cause, ma cosa è certo è che il rischio di fare una gaffe, se non peggio, è sempre dietro l’angolo.
Come quando, riprendendo un nostro precedente articolo (Errori di traduzione: i casi più eclatanti della storia), nel 2008, in Galles, si rese necessaria la traduzione di un cartello stradale indicante un “Divieto di accesso per i mezzi pesanti”. Il testo, inviato al traduttore, venne restituito “tradotto” al mittente in pochi minuti. Nulla di strano, vista la semplicità del messaggio originale.
Ma fu solo dopo l’affissione del testo che i madrelingua gallesi informarono i responsabili del divertente misfatto. Il testo ricevuto via mail e stampato su un nuovo cartello, in realtà, indicava “Al momento non sono in ufficio. Si prega comunque di inviare qualsiasi lavoro da tradurre”. Ovvero, un messaggio automatico in stile Out of Office.
Gli errori di traduzione più divertenti
Dal Galles all’Italia, dove, come riportato da La Repubblica, i casi non mancano.
Dal più classico “Pasta alle vongole” tradotto letteralmente in “Pasta to the claims”, come se la pasta fosse servite alle signore vongole, al meno comune “ipocrita al cioccolato”.
La soluzione di quest’ultimo arcano ha richiesto non poco ingegno. Come può un seppur improvvisato traduttore rendere “Tartufo al cioccolato” con “Hypocrite to the chocolate”?
La risposta va cercata nelle opere di Molière, dove il signor Tartuffe, quando il nome non veniva riportato nella sua versione originale, veniva indicato come l’Hypocrite. Da “Tartufo” a “Tartuffe”, da “Tartuffe” a “Hypocrite”, ecco svelato l’intricato arcano.
Meno complesso, invece, è risalire all’originale “Dà il resto” tradotto maldestramente in “From the rest”.
Chiudiamo in bellezza con il famoso caso della Honda Fitta e del suo arrivo nella penisola scandinava, dove il termine “fitta” viene usato per riferirsi agli organi genitali femminili. La ciliegina sulla torta? Lo slogan: “grande dentro, piccola fuori”.
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