Attraverso… la discussione. Siate sinceri: come vi sentite quando ricevete una mail che ha in oggetto la parola feedback?
Quando parliamo del nostro lavoro tendiamo, com’è giusto che sia, a evidenziare le nostre competenze, i nostri pregi e i nostri successi, ma sappiamo bene che nessuno è perfetto. Ecco perché è assolutamente normale che, anche se svolgiamo il nostro lavoro con grande attenzione e al meglio delle nostre possibilità, arrivino feedback da parte dei nostri clienti, che ci segnalano un errore o ci chiedono modifiche o chiarimenti.
Per rispondere al quesito di poche righe fa: per gran parte del mio percorso professionale da traduttrice, ho vissuto ogni feedback come un fulmine a ciel sereno, che in un attimo mi portava a mettere in discussione la fiducia in me stessa e nelle mie capacità. E la parola chiave è proprio in questa riflessione, anche se nell’accezione sbagliata: discussione. Perché quando un nostro cliente ci segnala qualcosa è perché ci sta mostrando una sua necessità, spiegandoci come crede che questa debba essere soddisfatta. Ed è quindi nostro compito accontentarlo, certo, ma non per questo percepire le sue richieste come imposizioni, ma come spunti di dialogo.
Volete sapere come ho fatto a rivoluzionare il mio modo di pormi rispetto ai feedback ricevuti? Allora vi lascio di seguito cinque suggerimenti per trasformare ogni critica in un’occasione di discussione costruttiva:

1) Ricordarsi che non è nulla di personale. Un feedback negativo non è un’aggressione alla nostra persona, ci segnala soltanto uno o più elementi del nostro operato che non corrispondono alle aspettative del cliente o rispetto ai quali il cliente nutre delle perplessità. La prima cosa da fare, quindi, è prendere un bel respiro e ricordarci che non siamo noi a essere giudicati, ma il nostro lavoro.
2) Rispondere in maniera educata e tempestiva. Il cliente ci scrive perché si aspetta un riscontro da noi, in genere specificando se desidera che apportiamo correzioni o aggiornamenti a lavori già svolti o se vuole che mettiamo in pratica le modifiche proposte a partire dai prossimi progetti. In entrambi i casi, è bene rassicurarlo, confermando di aver ricevuto e compreso correttamente le sue indicazioni, e ringraziarlo sempre per il tempo che ci ha dedicato.
3) Essere propositivi. Se il nostro cliente ci propone, ad esempio, l’adozione di un particolare termine per coerenza con altri lavori ricevuti in passato da altri linguisti e riteniamo che la nostra proposta sia più adeguata, la cosa migliore è mostrarci disponibili ad accogliere l’indicazione. Spiegando allo stesso tempo perché pensiamo che il termine da noi prescelto sia più adatto. Diamo sempre al cliente la possibilità di prendere una decisione informata!
4) Incassare con garbo. D’altra parte, se il cliente vuole che un dato termine sia sempre tradotto in una data maniera che non corrisponde alla nostra, per quanto corretta, a volte è inutile intestardirsi troppo e discutere alla ricerca del traducente perfetto. È più costruttivo accettare semplicemente l’indicazione ricevuta.

5) Adottare controlli efficaci. Il feedback ricevuto dai nostri clienti è prezioso, soprattutto quando è dettagliato; ci consente infatti di sviluppare sistemi di controllo per tutti i progetti che ci affida. Come? Ad esempio preparando un glossario e/o una guida di stile a cui fare riferimento, sviluppando termbase specifiche per cliente e argomento, da aggiungere ai controlli automatici finali per essere certi che il lavoro rispetti le specifiche stabilite, oppure creando delle checklist di elementi da verificare sul file finale prima della consegna al cliente.
Per finire, un consiglio bonus: siate voi i primi a richiedere feedback! Pensate che il testo di cui vi è stata affidata la traduzione contenga errori che vanno segnalati? Vi siete resi conto, dopo aver svolto diverse traduzioni sullo stesso argomento, di aver interpretato male un termine o un’espressione? Oppure pensate che una traduzione più libera e creativa potrebbe essere la soluzione migliore per il vostro cliente? Non abbiate timore di dare suggerimenti costruttivi, anche se questo significa ritornare sui vostri passi. Ho sempre pensato che la perfezione non sia di questo mondo, ma che il modo migliore per avvicinarcisi sia confrontarsi, esporsi e discutere insieme.
Quella nell’immagine di copertina sono io, disegnata da Claudia Plescia.