La scorsa settimana il celebre settimanale d’informazione politico-economica, The Economist, ha pubblicato un articolo riguardante il nostro mondo. Il mondo dei servizi linguisti. Johnson, l’autore del testo e editorialista su temi linguistici, offre una visione di quello che sarà il traduttore del futuro. Una previsione che è già attualità, come più volte sottolineato all’interno del nostro blog.
È il caso di articoli quali “Il traduttore umano: 10 motivi per cui è essenziale”, “Le competenze extralinguistiche dei traduttori umani” e “Lingua: semplice per gli umani, complessa per le macchine”.
In questi testi, abbiamo di volta in volta trattato il tema della machine translation, diffondendo la nostra visione dei servizi linguistici e il nostro lavoro quotidiano.
Il workflow di ASTW si fonda da anni sull’interazione uomo-macchina, o meglio, sul binomio linguista-mt.
Tutti coloro che vantano un’esperienza nel nostro settore, conoscono bene i limiti che ancora oggi “affliggono” i motori di traduzione automatica. Tuttavia, sono altrettanto ben noti i vantaggi che queste tecnologie sono in grado di offrire. Dalla riduzione delle tempistiche necessarie, alla conseguente riduzione dei costi. Senza mai dimenticare l’incremento pressoché universale della qualità.
Questo beneficio è dovuto a un insieme di fattori, capaci di migliorare il processo traduttivo e ridurre al minimo le possibili “sbavature” ed errori.
Il compito della machine translation non è quello di sostituire il linguista, bensì aiutarlo nella propria professione. Ed è proprio all’interno di quest’ottica che entrano in gioco tutti i sistemi di controllo qualità presenti nei principali tool di traduzione.
Coerenza terminologica, corretto utilizzo del linguaggio settoriale e, perché no, esattezza grammaticale e sintattica. Questi sono solo alcuni dei principali vantaggi forniti al linguista in termini di qualità testuale.
Inoltre, la sola presenza di questi processi automatizzati consentirà al professionista umano di concentrarsi quasi esclusivamente sui compiti traduttivi più complessi.
Ma torniamo al nostro argomento odierno.
Il traduttore del futuro
Come già anticipato, all’interno dell’articolo viene posta la lente di ingrandimento sul nostro lavoro, descrivendo quello che sarà il traduttore del futuro, o per meglio dire, il traduttore “da ora in avanti”.
L’autore cita a titolo di esempio l’opinione di un traduttore legale di Madrid. In uno degli ultimi progetti affrontati dal linguista, la machine translation aveva tradotto il termine “dolo” con “malice”. Questo poteva rappresentare un serio problema all’interno dell’aula di tribunale, poiché ” la legge in questione inasprisce considerevolmente le sanzioni quando la cattiva condotta è “intenzionale”.
Il testo prosegue esponendo quando anticipato all’inizio del nostro articolo, parlando cioè dei pro e contro e delle differenti posizioni dei linguisti nei confronti della traduzione automatica.
Johnson conclude il proprio contributo con uno spunto che spero entri, nel prossimo futuro, nel linguaggio di settore. In sostanza, se il traduttore ideale sarà una perfetta combinazione di doti umane e componenti tecnologiche, tanto varrà chiamarli CYBORG.
Foto di Pavel Danilyuk da Pexels
COMMENTS(02)